La Corte di Giustizia dell’Unione Europea accoglie un ricorso per limite di età discriminatorio nel concorso per Commissari di Polizia: una storica sentenza a favore di un ricorrente escluso dalle selezioni per aver superato il limite di età.
Il ricorrente era stato inizialmente escluso dalla procedura concorsuale in quanto il sistema telematico gli aveva impedito di portare a termine la sua domanda di iscrizione per aver superato il limite massimo di età di trenta anni.
Dopo aver proposto ricorso dinanzi il TAR Lazio era stato ammesso con riserva a partecipare alle prove, per poi superare con successo quella preselettiva.
Una sentenza successiva aveva però respinto il ricorso con la motivazione che il suddetto limite di età costituiva una “limitazione ragionevole”, affermando che il ruolo richieda un certo livello di prestanza e forza fisica.
Il ricorrente ha proposto un appello avverso tale sentenza, sulla base del contrasto tra le norme che prevedono quel limite di età sia con il diritto dell’Unione sia con la Costituzione della Repubblica italiana e altre disposizioni del diritto italiano.
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha infine accolto il ricorso sulla base della sproporzionalità del requisito d’età richiesto, adducendo come motivazioni la disparità con l’anzianità massima richiesta ai partecipanti già costituenti personale della Polizia di Stato (40 anni) e quella richiesta al personale dell’Amministrazione civile del Ministero dell’Interno (35 anni).
La sentenza afferma inoltre come il ruolo di commissario non richieda necessariamente uno sforzo fisico, in quanto trattasi di posizione con funzioni prevalentemente amministrative. Il superamento delle prove fisiche previste dal concorso, si legge, dovrebbe costituire un criterio sufficiente per accertare l’idoneità al ruolo del partecipante.
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