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Riconoscimento di licenziamento ritorsivo e diritto alla reintegrazione

Riconoscimento di licenziamento ritorsivo e diritto alla reintegrazione.

Con una recente pronuncia lo  Studio Legale Parente ha ottenuto il riconoscimento del licenziamento ritorsivo.

Il Giudice del lavoro di Benevento ha infatti dichiarato illegittimo il licenziamento poiché ritorsivo e, pertanto, ha disposto la reintegrazione del lavoratore.

Non solo: ha condannato la società a risarcire il danno ingiusto, imponendo il pagamento di un’indennità pari alla retribuzione mancata a causa del licenziamento, oltre che delle spese giudiziali.

Il licenziamento in questione ha presentato, secondo il giudice, i tratti del motivo ritorsivo: presunzioni molteplici e concordanti che dimostrano finalità e volontà lesiva e discriminatoria a danno del lavoratore.

La sentenza esplicita come appaia chiaramente “la riconducibilità dell’intimato licenziamento a contrasti personali con il ricorrente perché persona non più gradita e non a reali comportamenti minanti il rapporto fiduciario“.

La natura ritorsiva del licenziamento in questione è stata riconosciuta, tra le altre cose, nel tenore della comunicazione di licenziamento, nella genericità delle contestazioni, nella inesistente ragione giustificativa invocata dal datore e nella sua pretestuosità.

Tale natura è stata rinvenuta inoltre nel comportamento del datore di lavoro stesso. Egli infatti, senza contestazione disciplinare, ha intimato il licenziamento solo al ricorrente e non anche agli altri lavoratori che con il ricorrente condividevano specificità di comportamento e azioni.

L’istruttoria, infine, ha dimostrato come nessuno comportamento illegittimo tra quelli descritti nella lettera di licenziamento potesse  essere ascrivibile al ricorrente.

Si ricorda infatti come il licenziamento ritorsivo sia nullo quando il lavoratore riesca a dimostrare che la finalità ritorsiva abbia costituito il motivo esclusivo e determinante dell’atto di espulsione.

 

Una grande vittoria dello Studio Legale Parente, che vanta tra i suoi professionisti avvocati del lavoro di prim’ordine sempre in prima linea nella difesa del lavoratore e dei suoi diritti.

È possibile leggere l’ordinanza cliccando sul link.