Falso ideologico: assoluzione per aspirante agente di Polizia. Il giovane incriminato per il reato di falso ideologico se condannato non avrebbe più potuto ambire all’arruolamento in un corpo di polizia.
Aspirante agente di Polizia incriminato per falso ideologio.
Un aspirante agente di Polizia, avendo presentato un ricorso al Tar Lazio, ha autocertificato il reddito per l’esenzione dal pagamento del contributo unificato, ovvero per non versare la tassa governativa che è prevista ogni volta che si da avvio ad un contenzioso.
Il Ministero della Giustizia ha stabilito che per l’esonero il reddito del nucleo familiare del ricorrente (cioè la somma dei redditi prodotti da tutti i componenti la famiglia anagrafica) deve essere al di sotto di una cifra indicata annualmente.
A causa di una errata interpretazione delle disposizioni in materia l’aspirante Agente di Polizia ha reso, suo malgrado, una dichiarazione non veritiera. Per questa ragione il Tribunale Ordinario di Roma lo ha rinviato a giudizio per il reato di falso ideologico.
Difesa in giudizio da parte dello Studio Legale Parente.
Lo Studio Legale Parente ha assunto la difesa del giovane imputato, facendo emergere che la dichiarazione da lui resa si riferiva esclusivamente a se stesso. Nel periodo di riferimento dell’autocertificazione, infatti, l’imputato non coabitava con gli altri componenti della famiglia anagrafica. La sua dichiarazione, pertanto, non poteva essere ritenuta falsa per mancanza dell’elemento psicologico del reato.
Secondo il Giudice, quindi, non si sarebbe trattato di falsa, ma di erronea attestazione: “il soggetto non ha coscienza e volontà di affermare dolosamente il falso”; pertanto, “deve concludersi che l’imputato non abbia consapevolmente dichiarato il falso, ma semplicemente compiuto un’attestazione erronea o negligente”.
Risultato: falso ideologico, assoluzione.
Grazie all’attenta difesa messa in campo dallo Studio Legale Parente l’imputato ha conseguito un importantissimo risultato: assoluzione da falso ideologico.
Il reato di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico (art. 483 c.p.), reato contestato, prevede la pena della reclusione fino a 2 anni.
Per effetto di questa assoluzione il giovane potrà proseguire l’impegno per diventare una agente di Polizia. La condanna gli avrebbe precluso ogni arruolamento nei Corpi di Polizia.